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Parto dalla constatazione inconfutabile di essere una donna, cioè da quello che ogni donna si ritrova ad essere , senza averlo scelto e senza che ci sia altro da dimostrare
Teatro
Comunale di Soverato ore 16,30 12
aprile 2011
Viaggio
nel '900 delle donne di Nella Condorelli
Introduzione
della Presidente della BDS
Parto
dalla constatazione inconfutabile di essere una donna, cioè
da quello che ogni donna si ritrova ad essere, senza averlo scelto e
senza che ci sia altro da dimostrare. Ma è proprio così?
Gli
sforzi della modernità progressista per emancipare, insieme ai
ceti popolari,le donne,e la fatica femminile sprecata nei miraggi
dell’universale neutro e compressa da un continuo dover dare
conto, mi dicono ben altro. Se la libertà femminile è
l’evento che ha messo in movimento le soggettività del
‘900, quello che la stagione del femminismo ci ha insegnato è
che tale libertà non è l’oggetto di un desiderio,
né la materia di un diritto e non nasce neppure dal semplice
rendersi conto di uno svantaggio storico. Essa viene dalla
consapevolezza di una parzialità, quella che mi fa dire: io
sono una donna,certa che proprio tale parzialità costituisca
la porta d’accesso all’universale, cioè la
possibilità di formulare pensieri e dire parole che valgano
per tutti, donne e uomini.
Sappiamo,
però, che manca un nesso tra storia e politica, tra storia
sociale e storia politica, tra storia delle donne e storia generale.
Spesso si parla di storia di donne e storia di genere, quasi che la
storia delle donne sentisse la necessità di stemperarsi in
un’accezione più morbida e non avesse invece aperto la
strada sulla quale il popolo delle donne compiva il suo cammino
verso la democrazia, con un'idea della politica al plurale, dove ci
si sentiva più soggetti che rappresentanti.
A
150 anni dall'Unità della nostra Nazione, come Biblioteca
delle donne, avvertiamo, quindi,il dovere etico di portare in primo
piano il vero ruolo delle donne nella storia d'Italia,eliminando
anche una rappresentazione sociale costrittiva della femminilità
che non ha niente a che vedere con ciò che sentiamo di
essere e di voler essere.
L'appuntamento
è con la nostra /vostra presenza nel tempo e nei luoghi e con
la ricostruzione operata sulle tracce nascoste del nostro esserci.
Collocate
per tanto tempo in uno spazio sociale e morale di esclusione,
cerchiamo di difendere la nostra presenza nel mondo recuperando i
ricordi.
Del
resto,la nostra biblioteca, che trae la sua idea fondativa nel
femminismo degli anni 70, sta diventando, sempre più, la sede
riconosciuta e riconoscibile in cui custodire memoria e sapere delle
donne.
In
che forme si può trasmettere questa storia?
Partire
da sé e tornare a sé non era, ne è sempre
sufficiente. La strada da seguire è allora un'altra, quella di
mettere in atto la capacità di muoversi tra passato e
presente e tra forme diverse di identità.
Pensiamo
sia ora il tempo e l'occasione per farlo.
Sono
le fonti della memoria che ci restituiscono questa storia, a volte
travolgente, a volte dolorosa, sempre carica di significati, di
passione e di pratica politica.
Non
era certo facile far uscire dal silenzio una molteplicità di
voci e di volti, costruire conoscenza storica e politica e continuità
tra generazioni.
Le
immagini che tra un po' scorreranno, saranno una lente di
ingrandimento, uno svelamento delle emozioni, creeranno una piazza
simbolica intesa come tutti i luoghi della pratica di relazione, dove
le donne hanno imparato ad esistere.
Se
oggi racconteremo vicende e percorsi che hanno cambiato
l'esistente; se è possibile consegnare alle giovani e ai
giovani una parte di storia, che non vuole più essere
ignorata, lo dobbiamo al lavoro prezioso della nostra ospite, Nella
Condorelli.
A
presentarla ci penserà la prof.ssa Maria Grazia Riveruzzi,
attuale vice presidente della BDS, che assieme ad altre amiche ha
portato in biblioteca la pratica della riflessione politica. La sua
partecipazione al movimento e l'attiva presenza nell'UDI le
consentono di ritessere con Nella Condorelli le trame di un discorso
storico che non vuole restare incompiuto, anzi vuole "guardarsi
dentro e guardare indietro per lanciare in avanti l'utopia di un
futuro più libero e rispettato"
La
Storia d'Italia è certamente nata dal contributo delle
Italiane e degli Italiani, non può essere più
raccontata come una storia parziale.
Lilly Rosso
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